Correva l'anno 1882
Nel 1882, il giovane Angiolo Piccini decide di rompere col suo passato e di inseguire il suo sogno: fondare una casa vinicola. Inizia così, a Poggibonsi, tra le colline del Chianti, un’avventura lunga cinque generazioni. Nel giro di pochi anni, la giovane vinicola inizia a raccogliere i primi successi, grazie soprattutto alla vena intraprendente di Angiolo. Nel frattempo, anche questo angolo di Toscana conosce un fermento e uno sviluppo mai visti prima. Un mondo intero ruota attorno al vino, plasmando il profilo sociale ed economico dei borghi del Chianti.
Ormai all’apice del suo successo, nel 1925 Angiolo lascia l’azienda al figlio Mario: Piccini diviene un affare di famiglia.
L'epoca d'oro
La nuova rotta si scontra con le burrasche della storia; tuttavia, né la Grande Depressione, né la Seconda Guerra Mondiale arrestano il cammino di Mario, che guida l’azienda verso la sua epoca d’oro. Da navigato uomo d’affari, sa bene che la strada del successo passa attraverso i binari. Seguendo questa intuizione, la vinicola cambia casa e si trasferisce davanti alla stazione di Poggibonsi. Lungo i sentieri delle rotaie, i vini Piccini raggiungono i quattro angoli del globo.
Di pari passo, Mario rinsalda l’immagine del brand, grazie ad una mirata e pioneristica campagna di comunicazione che apre le porte ai clienti internazionali. Simbolo di questa nuova identità è il “Chianti Preferito”.
Nuovi orizzonti
Nel 1963, Mario lascia il timone dell’azienda al figlio Pierangiolo. A soli 29 anni, il ragazzo si ritrova a capo di un colosso, ma come suo padre, non si lascia intimidire. Sotto la sua direzione la vinicola cambia veste e dimora, spostandosi da Poggibonsi a Castellina in Chianti. Nel frattempo, Pierangiolo investe negli angoli più vocati della Toscana: Fattoria di Valiano, nel Chianti Classico, e Tenuta Moraia, nella Maremma Toscana, scrivendo i primi capitoli del progetto “Generazione Vigneti”, con l’obiettivo di raccontare le aree vinicole più vocate del Bel Paese.
Orange revolution
Nel 2004, Mario raccoglie il testimone del padre Pierangiolo, con l’obiettivo di riscrivere le regole. Di lì a poco, infatti, lancia la più iconica etichetta di casa Piccini: il Chianti Arancio.
Nel frattempo, Mario sposta l’orizzonte dell’azienda, acquisendo le due tenute vulcaniche di Regio Cantina, in Basilicata, e Torre Mora, ai piedi dell’Etna. La famiglia Piccini non dimentica, però, le sue origini toscane e nel 2018 completa l’acquisizione del Chianti Geografico, storica realtà del Chianti Classico. Anticipare i trend di mercato e imbottigliare la modernità sono le chiavi della sua strategia. Da questa formula nascono nuove linee capaci di scrivere la storia del brand: Memoro e Collezione Oro.
Infine, nel 2020, Piccini taglia il nastro del suo nuovo quartier generale di Casole d’Elsa, che proietta l’azienda verso nuovi successi.
Coltivare il futuro
Con coraggio e determinazione, i figli di Mario, Ginevra, Benedetta e Michelangelo, portano nuove idee e tracciano nuove rotte, accompagnando la vinicola verso il III millennio.
Nel 2022, l’azienda festeggia i suoi 140 anni con una nuova acquisizione: la cantina Porta Rossa, nelle Langhe, si unisce al Gruppo. L’anno successivo anche le terre del Prosecco entrano nella grande famiglia Piccini 1882, che assume così un profilo sempre più nazionale.
Energia e dinamismo si traducono in ogni bottiglia della vinicola, con l’ambizione di portare la bandiera del vino italiano nel mondo.
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